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Nasce a Napoli nell’Agosto 1977.
Frequenta l’Istituto d’Arte Filippo Palizzi di Napoli conseguendo il diploma d’Arte Applicata in “grafica / arte della stampa”.
L’irrefrenabile passione per le innumerevoli forme espressive dell’arte lo portano, subito dopo il diploma, a frequentare la Nikoe sas di Napoli, Atelier – stamperia artistica, dove approfondisce le antiche tecniche di stampa, calcografia (punta secca, acquaforte, acquatinta su rame e zinco), serigrafia manuale a più colori, litografia su pietra e xilografia, fotografia e sviluppo degli scatti realizzati in camera oscura. Collabora anche attivamente con lo staff dell’atelier alla realizzazione di esposizioni di artisti quali Bertoni (incisore), Dell’Aversano (docente dell’istituto Filippo Palazzi e pittore), Stefanucci (docente dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, scenografo nonché pittore). Successivamente continua il suo percorso di approfondimento delle tecniche antiche frequentando botteghe d’arte, dove impara la lavorazione della terracotta con le tecniche del ‘700 napoletano e comincia ad interessarsi alle svariate forme di arte popolare intesa come Arte del Popolo.
Angelo Criscuoli con Salvatore Troiano a Villa Cimbrone, 2024.
cm 60 x 25 x 25 circa
2023
La tecnica utilizzata da Troiano è ancora oggi quella tradizionale del '700 napoletano, inventata da Giuseppe Sanmartino (autore del celebre "Cristo Velato") ed usata per la realizzazione dei grandi "pastori" dei monumentali presepi napoletani.
La presenza del ferro dolce (nella struttura del corpo di questo Pulcinella) lo rende una “scultura duttile e dinamica”, poiché l'atteggiamento del corpo può essere leggermente modificato.
Questa scultura fa parte di un ciclo di opere più ampio ed in continuo divenire (chiamato da Troiano “Equilibri precari”) e sottolinea la continua necessità per ogni persona di trovare equilibrio nella dinamicità, modificando e ricercando continuamente la propria centratura.
cm 37 x 34 x 15 circa
2024
Troiano ha approfondito lo studio della simbologia e dei significati della "maschera" non solo nella tradizione napoletana.
Etimologicamente "maschera" deriva da “persona”, così dopo anni di ricerca della “sua maschera” e del "suo concetto di maschera", Troiano arriva a suggerirne un'interpretazione originale, creativa e solo apparentemente contraddittoria.
L'artista, infatti, eleva la maschera a qualcosa che non copre, non cela un'altra identità, ma piuttosto "rivela" l'essenza più vera e profonda della persona.
Chi (come gli attori di teatro, ma non solo) ha fatto l’esperienza di indossare una maschera, sa che in quel momento si riesce a contattare la parte più intima di sé, diventando capaci di "essere" e manifestare tutto ciò che si prova, senza l'inibizione dovuta al temuto giudizio altrui. La maschera, in sintesi, assorbe ogni forma di giudizio rendendo ciascuno libero di essere veramente se stesso.
I pesci sognanti di Troiano sono custodi di sogni, figure antropomorfe che fluttuano nello spazio delineando un percorso (simboleggiato dal filo di ferro che li sostiene) che spesso intreccia altri percorsi di vita. Nella fase del sonno, infatti, si rivela la parte più vera di noi, quella che non subisce giudizio né censura, riconciliando ciascuno con la più pura e profonda essenza di se stesso.
cm 120 x 25 x 25 circa
2023
La tecnica utilizzata da Troiano è ancora oggi quella tradizionale del '700 napoletano, inventata da Giuseppe Sanmartino (autore del celebre "Cristo Velato") ed usata per la realizzazione dei grandi "pastori" dei monumentali presepi napoletani.
La presenza del ferro dolce (nella struttura dei corpi di questi tre Pulcinella) la rende una “scultura duttile e dinamica”, poiché l'atteggiamento del corpo dei Pulcinella sovrapposti può essere leggermente modificato.
In questa suggestiva e complessa scultura, l’ultimo Pulcinella in alto è teso ad indicare la “sua chiave dorata”, l'obiettivo a cui aspira e a cui ciascuno dà una propria personale proiezione e significato.
Con i due Pulcinella che reggono il peso di quello sovrastante, la poetica ironica di Troiano ci rammenta che, nel raggiungimento dei propri obiettivi, non ci si dovrebbe mai dimenticare che il successo personale dipende sempre anche da chi ci "sostiene" (direttamente o indirettamente) nel nostro percorso di vita.
165 x 25 x 25 circa
2023
In quest'opera Troiano predilige “l’essenza” amplificata dall’”assenza” . Non compaiono, infatti, altre figure all’infuori della Sacra Famiglia. La presenza del numero 3 si ripete più volte nella scultura: 3 archi; 3 sfere (ad evocare la Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo); le 3 figure della Sacra Famiglia (Maria Vergine, San Giuseppe e Gesù bambino) realizzate con una preziosissima porcellana opalescente.
È presente un gioco di specularità nella parte inferiore della scultura (tra lo smalto grigio e il color terracotta) ed una differenza di atmosfera fra la parte inferiore dell'opera che accoglie la Sacra Famiglia (più essenziale, lineare e simmetrica) e quella superiore (il tortuoso e movimentato borgo verticale).