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Marco Sciame è il nome d’arte (tratto da uno dei suoi primi fumetti) di Paolo Cerasoli (L’Aquila 1969) e la firma dei suoi lavori dal 1998.
Nel 1992 vince il concorso nazionale “Fax art” della rivista “Max” Rizzoli editore, con un disegno inviato via fax.
Laureatosi nel 1999 all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila, è pittore, fumettista e performer, conosciuto come “il tessitore di colori” per la sua originale e raffinata tecnica pittorica.
Molto apprezzato a livello nazionale da critici e collezionisti, ha collaborato continuativamente dal 1998 con il Maestro Tonino Caputo, con cui ha condiviso ricerche e sperimentazioni artistiche.
Dal 1990 al 2005 svolge l'attività di autore e disegnatore di fumetti, ma dal 2006 la sua ricerca si sofferma principalmente sulla pittura.
Dal 2011 esegue anche performance e video arte di propria regia, avvalendosi di collaborazioni con ballerine, musicisti ed attori.
Vincitore nel 2015 del prestigioso Premio Arte Mondadori per la pittura e del Premio Biffi, ha esposto alla Permanente di Milano.
Nel 2016 realizza ed espone a Zocca (MO), città natale di Vasco Rossi, una serie di opere celebrative dei 40 anni di carriera della rockstar italiana, che firma un'opera di grande formato dell'artista.
Nel 2017 la Galleria Biffi Arte gli dedica una Personale a Piacenza, con testo critico di Vittorio Sgarbi.
Ha realizzato importanti fumetti storici, tra cui la “Storia di L’Aquila a fumetti”. In particolare, sulla figura di D’Annunzio ha realizzato: “Gabriele d’Annunzio, la vita a fumetti” e “Gabriele d’Annunzio, tra amori e battaglie” (supplemento a distribuzione nazionale del quotidiano “Il Giornale”, 2013).
Sempre nel 2013 la sua personale all’Aurum di Pescara per i 150 anni dalla nascita di D’Annunzio.
Le sue opere sono presenti in importanti mostre e gallerie d’arte su tutto il territorio nazionale.
È stato inserito nel Catalogo dell’Arte Moderna “Gli artisti italiani dal primo Novecento ad oggi” (nato nel 1962 come Bolaffi, e pubblicato con il marchio Editoriale Giorgio Mondadori).
I colori pop dei suoi interni o paesaggi americani appaiono scomposti attraverso un originale divisionismo lineare. Luoghi sospesi tra sogno e realtà, minuziosamente costruiti attraverso innumerevoli linee verticali, testimoniano una rigida, quasi eccessiva, razionalità esecutiva che, per contrasto, sembra rivelare segreti subconsci.
Le sue figure di donna mantengono il timbro del fumettista, mentre la nuova ricerca delle “frammentazioni”, iniziata nel 2015, propone un ulteriore suggestivo frazionamento dell’immagine in fasce o rombi leggermente sfasati.
Premiato nel 2016 con la donazione dell’opera “Madre mia” collocata nella chiesa dell’ospedale di Teramo. Nel 2019 un suo dipinto dedicato alla Lube volley, per la memorabile stagione di vittorie nel campionato nazionale ed Europeo, viene esposto nel palazzetto di Civitanova Marche.
Nel 2021 vince il Premio Mediolanum a Parma Art fair.
Tra le celebrità che possiedono sue opere ci sono anche Antonello Venditti, Max Pezzali e Giorgio Paniarello.
Tra gli altri, hanno scritto di lui Vittorio Sgarbi, il direttore del Vittoriale Giordano Bruno Guerri e lo storico dell’arte Claudio Strinati.
La linea del pensiero
l’Arte è il frutto più bello della ricerca filosofica.
Il linguaggio libero e creativo dell’arte supera il rigore e l’astrattezza di quello scientifico, riuscendo magicamente a sintetizzare in visioni rivelatrici l’intuizione di verità altrimenti ineffabili.
Paolo Cerasoli ed il suo alias artistico Marco Sciame, sono due facce inscindibili della stessa medaglia, una mirabile sintesi di aspetti apparentemente inconciliabili: realtà e fantasia, esteriorità ed interiorità, intelligenza ed istinto, direbbe il filosofo Bergson.
Per Bergson l'intuizione (intesa come consapevole ritorno dell'intelligenza all'istinto) è il modo di conoscenza assoluto dell'essenza delle cose.
E la pittura di Sciame, superando l’esteriore dualismo spazio-tempo e la rigida sequenzialità delle percezioni sensoriali, sembra condurci proprio ad una “conoscenza intuitiva”, intima ed immediata: la sola che può garantire una consapevolezza superiore della realtà e la comprensione di verità trascendentali oltre ogni esperienza particolare ed interferenza logica.
Al di là del sorprendente virtuosismo tecnico, le innumerevoli linee (rette o curve, continue o frammentate, sfasate o distorte) che compongono le sue “visioni spirituali” evocano l’incessante e mutevole fluire del pensiero: sospeso tra ricordi e presagi, ragione e illusioni, nostalgia e speranza.
Tra i numerosi rimandi della pittura colta ed introspettiva di Sciame, emergono i riferimenti ai temi ed ai codici espressivi di Escher (costruzioni impossibili e coesistenza di mondi o prospettive diverse), della Metafisica (di Carrà e De Chirico), del Futurismo (di Boccioni e Balla) ed in particolare del Cubismo orfico di Robert Delaunay, in cui la scomposizione analitica della realtà, superando la staticità del cubismo, trova dinamismo nella distorsione delle figure e nella simultanea rappresentazione di momenti successivi all’interno di un unico spazio-tempo intuitivo.
Su tale scia si inserisce anche la costante ricerca di Sciame (con gusto contemporaneo ed in alcuni casi di matrice Pop) volta ad esaltare l’energia dei colori ed il loro ruolo fondamentale nel creare i giochi di luce che determinano l’atmosfera complessiva dell’opera, dando forza alle suggestioni trasferite all’osservatore attraverso l’armonia, i contrasti ed il ritmo sapientemente imposti alle sequenze cromatiche.
In conclusione, il linguaggio e l’opera di Sciame sono in perfetta sintonia col nostro tempo, poiché riescono a cogliere ed esprimere le criticità psicologiche dell’uomo contemporaneo.
Tra memoria e sogno, i suoi dipinti evidenziano il tentativo della coscienza individuale di costruire un seppur precario ordine mentale e valoriale, immersa com’è nell’incommensurabile caos percettivo di un ambiente sempre più competitivo, tecnologico e mutevole.
Angelo Criscuoli
Testo critico pubblicato sul catalogo della mostra personale di Marco Sciame “Il Disegno del Colore” – Viaggio nel divisionismo lineare (Padova, 2018).
Marco Sciame nel suo studio con Angelo Criscuoli, 2016