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Luca Alinari (Firenze, 27 ottobre 1943 – Firenze, 15 marzo 2019), dopo un iniziale interesse per l’universo letterario ed editoriale, trova la sua più autentica espressione nella pittura, attingendo in prima istanza dal repertorio stilistico e figurativo classico dei maestri antichi trecenteschi e dei grandi artisti senesi, riconoscibili nei volti dei suoi personaggi, scolpiti con sontuosa eleganza plastica.
Artista a tutto campo, libero pensatore ed intellettuale vivacemente coinvolto nel dibattito culturale nazionale, Alinari si dimostra sensibile al fascino delle arti figurative in generale, dalla grafica alle avanguardie moderne, riflesse nelle correnti della post Pop Art degli anni Settanta-Ottanta e nelle sperimentazioni neofigurative degli anni Novanta.
Autodidatta, esordisce nel 1968 con la sua prima esposizione personale presso la Galleria Inquadrature di Firenze, e da allora le sue opere, conosciute in tutto il mondo, sono state esposte in alcune delle più prestigiose cornici internazionali.
Durante gli anni Settanta avvia una serrata ricerca sul libero accostamento di oggetti e figure all’interno di atmosfere fantastiche e sospese, sulla suggestione delle ricerche Neodada e della Pop Art. In questi anni sperimenta diverse tecniche pittoriche, nelle quali coniuga colori fluorescenti, decalcomania, collage e trasposizioni fotografiche. Tra il 1972 e il 1973 espone nelle principali gallerie private di Firenze, presentato dal poeta e amico Alfonso Gatto.
Intrattenne rapporti di amicizia con diversi scrittori: Domenico Rea, Alfonso Gatto, il Nobel José Saramago, Edoardo Sanguineti, che nel 1974 gli dedicò diverse poesie, e Goffredo Parise, che nei primi anni '80 scrisse un saggio fondamentale sulla sua pittura.
Nel corso degli anni Ottanta ottiene i primi riconoscimenti ufficiali con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1982 e alla XI Quadriennale di Roma nel 1986 (Palazzo delle Esposizioni, sezione “Emergenze nella ricerca artistica in Italia dal 1950 al 1980). Sempre nel 1986 la mostra alla Sala d'Arme di Palazzo Vecchio a Firenze.
Nel 1990 ha l’onore di dipingere il “Cencio” per il Palio di Siena, il drappo che viene assegnato al vincitore.
Si afferma sulla scena artistica nazionale nel 1993, in occasione della mostra antologica allestita presso Palazzo Reale di Milano dove presenta un importante nucleo di opere che ripercorre il suo intero percorso artistico. Concludono questa rassegna i paesaggi fantastici della maturità, caratterizzati da una cromia vivace e brillante e da una tecnica pittorica di grande originalità, che combina stesure materiche a raffinate campiture di colore levigato e trasparente.
Nel 1999 la Galleria degli Uffizi di Firenze acquista un suo autoritratto, destinandolo alla collezione degli “Autoritratti d’Autore” del Corridoio Vasariano, la più importante raccolta esistente al mondo di questo genere.
Dopo Parigi, Madrid, Miami, Chicago, Lisbona e Istanbul, il pittore approda nel 2009 con una personale di 45 opere in Cina, al Beijin Today Art Museum di Pechino, al Centro per l'Arte Contemporanea SunShine di Shanghai e al Museo di Arte Contemporanea di Kun Shan, città satellite di Shanghai e tiene numerose lezioni d’arte in Cina.
Per una sua opera sulla pace, nel 2006 è stato ricevuto da Papa Benedetto XVI e nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia nel padiglione di Torino, invitato da Vittorio Sgarbi.
Nel 2011 a Città di Castello espone una personale intitolata “Gelo”. Il nome trova ispirazione da una citazione dello scrittore Franz Kafka che Alinari parafrasa così: “Un quadro è un’ascia per spaccare il gelo che è dentro di noi”. Alinari alla stregua dello scrittore, attribuisce il compito del disgelo alle sue ultime opere, che rispetto a quelle degli anni Sessanta e Settanta, si colorano del vigore del rosso, quasi a voler destare chiunque le osservi, perché sia consapevole di ciò che il mondo sta vivendo: il gelo.
Sempre nel 2011 fu scelto per disegnare il logo dei Mondiali di Ciclismo 2013, per la prima volta con tappe in Toscana. Il logo, sintesi di classicità ed avanguardia, nella spiegazione dell’autore, racchiude nelle linee essenziali di una bicicletta (con il telaio che diventa l’orlo di una collina) un profilo rinascimentale ed un accenno di paesaggio toscano con gli immancabili cipressi, ma anche la razionalità della linea e della nuova prospettiva umanistica.
Nel settembre 2011 presso il Palazzo Medici del Vascello di Asti viene ospitata una importante personale dell’artista nella quale presenta le sue nuove espressività figurali con le “regine dei sogni”, creature feeriche che emergono dai paesaggi incantati e trovano spazio sulla copertina del magazine Art & Wine n. 20, promotore della mostra curata da Fabio Carisio.
A giugno 2013, Alinari inaugurò una mostra personale allo Spoleto Art Fair.
nel 2016, l’Accademia delle Arti del Disegno, in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, organizza la mostra di Luca Alinari presso la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze. La mostra curata da Cristina Acidini, dal titolo “Labirinto Alinari”, è dedicata ad un artista che è tra i massimi protagonisti della pittura italiana degli ultimi quarant’anni e testimonia il partenariato che, per la prima volta, si realizza tra l’Accademia delle Arti del Disegno e le Gallerie degli Uffizi.
Sempre nel 2016 espone a Milano le sue opere degli Anni Settanta, ormai quasi introvabili perché collocate in collezioni importanti, che raccontano come l’artista fiorentino abbia affrontato e vissuto quegli anni riuscendo anche ad anticipare movimenti artistici nati ufficialmente solo anni dopo.
Certo è, che Alinari, abile disegnatore e raffinatissimo pittore, è outsider nel panorama dell’arte italiano, sia in quanto autodidatta, sia perché non si è mai piegato alle correnti artistiche del suo tempo, innestando invece propri racconti, propri linguaggi, e soprattutto un proprio stile fatto di poesia.
Di lui hanno scritto, tra gli altri, Enrico Crispolti, Renato Barilli, Philippe Daverio, Luciano Caramel, Giovanni Faccenda, Antonio Avenoso, Marinella Di Gennaro, Alessandra Angelucci, Enzo Santese, Edoardo Sanguineti, Goffredo Parise ed il Premio Nobel José Saramago.
Riconoscimenti
Nel 2014 venne premiato allo Spoleto Festival Art. Sempre nel 2014 riceve il Premio Nazionale "Torre di Castruccio" insieme a Giorgetto Giugiaro ed altri esponenti della cultura e della medicina. A maggio dell'anno seguente, Alinari, Maestro surrealista e dell'onirico fiabesco, presenta il manifesto ufficiale dello Spoleto Festival Art 2015.
Nel 2015 ricevette a Palazzo Vecchio il premio “Filo d'argento" per la pittura, e, nella stessa occasione, la medaglia Florentia Mater realizzata dal maestro Roberto Ciabani e fusa in bronzo dalla Fonderia il Cesello.
A giugno del 2018 ricevette il Gonfalone d'Argento, massimo riconoscimento della Regione Toscana.
Luca Alinari nel suo studio con Angelo Criscuoli, 2016.